Phnom Penh - "Noi Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli in Cambogia, imploriamo le Nazioni Unite di intervenire urgentemente per fermare la violenza e lo spargimento di sangue a Gaza, affinché la pace possa prevalere e permettere alle persone di vivere con dignità, rispetto dei diritti umani, amore reciproco e tranquillità": è l'appello diffuso e firmato, a nome della comunità cattolica in Cambogia, dal Vescovo Olivier Schmitthaeusler, Vicario Apostolico di Phnom Penh; mons. Enrique Figaredo, Prefetto Apostolico di Battambang, Mons. Pierre Hangly, Prefetto Apostolico di Kompong Cham che rivolgono un "invito urgente" a porre fine alla violenza nella Striscia.
L'appello, inviato dai Vescovi all'Agenzia Fides, giunge all'indomani di un evento interreligioso tenutosi Cambogia, che ha visto coinvolta la comunità cattolica in Cambogia, insieme alle comunità buddiste: il simposio internazionale sul tema "Buddisti e Cristiani lavorano insieme per la pace attraverso la riconciliazione e la resilienza" .
"Questo dialogo - ricordano i Vescovi - ha mostrato l'armonia religiosa in Cambogia come un modello esemplare, qualcosa che siamo orgogliosi di presentare al mondo". Richiamandosi, poi, alla Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia, i vescovi cambogiani notano con dolore la prolungata violenza a Gaza: "Non possiamo rimanere in silenzio. Come possiamo camminare insieme alla ricerca della pace mentre la guerra continua, mietendo la vita di decine di migliaia di innocenti, soprattutto bambini e neonati?", si chiedono
Il messaggio ricorda "la strage degli innocenti" che Erode ordinò, secondo il racconto evangelico, e afferma: "Tragicamente e dolorosamente, nel 2025, vediamo la storia ripetersi a Gaza. Dal 2023, circa 18.000 bambini e neonati hanno perso la vita a causa di questa guerra. Molte famiglie hanno perso padri, madri e figli; le loro case sono state distrutte dai bombardamenti". Inoltre "non c'è accesso all'istruzione; le persone affrontano crisi sanitarie, disabilità e mancanza di cibo. Immagini di bambini, nonni anziani e migliaia di genitori che muoiono vengono trasmesse quotidianamente sui social media, causando a tutti noi immenso dolore e tristezza", osservano.
Di fronte a tanta violenza, "la comunità cattolica in Cambogia ringrazia Dio per aver concesso l'armonia religiosa alla Cambogia, guidandoci a vivere in pace. Ma non possiamo rimanere indifferenti quando vediamo bambini e migliaia di persone soffrire, feriti, disabili morire ogni giorno". Prosegue il testo: "Ci viene in mente il 1975, quando i Khmer Rossi presero il controllo di Phnom Penh e chiusero la Cambogia al mondo per 3 anni, 8 mesi e 20 giorni. Durante quel periodo, la comunità internazionale rimase in silenzio, permettendo che oltre il 20% della popolazione cambogiana – circa 2 milioni di persone – morisse a causa della fame e delle uccisioni di massa. Sotto quel regime, le persone subirono torture fisiche e psicologiche, furono separate dai familiari e vissero senza legami familiari, nel sospetto reciproco e nella paura estrema". A quel tempo - rilevano i Presuli - "non esistevano piattaforme di social media come quelle odierne. Ma ora, abbiamo i social media che ci permettono di assistere ogni giorno alla tragedia di Gaza. Dobbiamo pregare Dio affinché la pace prevalga".
Con questi sentimenti, conclude il testo, "la comunità cattolica in Cambogia lancia un appello urgente e chiede alle Nazioni Unite di cercare ogni mezzo possibile per porre fine immediatamente alla guerra in corso a Gaza", perchè "non muoiano più bambini e innocenti, non soffrano in agonia, non vivano nella paura, non rimangano senza casa né soffrano la fame a causa di questa prolungata e sanguinosa guerra di vendetta".